41 - ACQUISTARE LA TORRE DI PISA? NON CONVIENE



Qualcuno in passato raccontava una curiosa e simpatica storiella sulla falsariga di quella narrata nel film “Totò-truffa” del 1962, nella quale il principe della risata, appunto Totò, spalleggiato nella circostanza dall’altrettanto noto comico napoletano Nino Taranto, riuscì a turlupinare un turista italo-americano in cerca di business, fregandogli cinquecentomila lire intascate a titolo di caparra sulla proposta truffaldina di vendergli la fontana di Trevi. Non si è mai saputo il burlone che ha brillantemente manipolato la trama, sostituito i personaggi e conferito al ‘clone’ della storica scenetta romana un finale umoristicamente succulento: il tutto da offrire come ‘pietanza’ non solo e non tanto a coloro che di quel film non hanno mai visto proiezione, quanto alle persone ghiotte di simili ‘leccornie’. L’anonimo autore della rielaborata burletta ha indicato come protagoniste due persone originarie di un paesino della Pre-Sila catanzarese. Questo il canovaccio della famosa truffa decurtisiana riveduta e fatta indossare a paesani con limitate conoscenze e culture: Carmelo, un anziano emigrato in Canada, dove ha lavorato sodo e ha fatto fortuna, rientra in Italia per rivedere parenti e amici residenti in un paesino della pre-Sila catanzarese. Ha deciso di inframmezzare la permanenza nel luogo natio con un giro turistico per visitare alcune delle più rinomate città italiane, mai viste prima. E per soddisfare il desiderio di un affezionato nipote, Tommaso, che non ha mai lasciato paese e dintorni per lavorare nei campi col padre, decide di condurlo con sé in gita e offrirgli uno spaccato di gioia e di luce nella sua vita di routine…campagnola. Dopo Roma, l’itinerario prevede una tappa a Pisa per poi raggiungere Venezia. Nella ridente cittadina toscana, in Piazza dei Miracoli, Carmelo osserva della gente che munita di biglietto sale sulla torre pendente e spalanca gli occhi per lo stupore. In testa gli balena subito un'idea brillante legata al suo indubbio fiuto degli affari. Si volge verso il nipote e in un orecchio gli confida:
“Caru Tom, me vulèsse ’mpurmàri quantu custa sta bella turra, ’ppicchì sugnu sicùru ch’a i sordi ccùlli turisti si fhànu ccùlla pala. Lassèra ’u Cannatà e m’ìndi vinèra du tuttu ccà!” (Mio caro Tommaso, mi vorrei informare quanto costa questa bella torre, perché sono sicuro che i soldi con i turisti si facciano con la pala. Lascerei il Canada e me ne verrei definitivamente qui).
Tommaso, osservando sbalordito e preoccupato quella struttura inclinata, sussurra in un orecchio allo zio coprendosi lateralmente la bocca con la mano per non essere sentito da persone vicine: “Zù Carmè, ’un te cumbèna ’mu t’accàtte. Chìssa, ’un passa tìampu assai ch’a cade!” (Zio Carmelo, non ti conviene comprarla. Questa non passerà molto tempo che cadrà giù).

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Note sull'autore
DEMETRIO RUSSO - Pubblicista, Direttore di Banca in pensione
Tel. 0968.442206 - (rudeme@alice.it)
88046 LAMEZIA TERME
Corrispondente sportivo da Lamezia Terme della “Gazzetta del Sud” di Messina, dal 1958 al 1994. Ha trasmesso servizi a vari quotidiani, in occasione d’importanti manifestazioni ospitate in città e nel circondario, quali: incontri internazionali di pugilato, tornei di basket e di pallavolo, “europei” di biliardo, soste e allenamenti infrasettimanali di squadre di calcio di serie A e B, alla vigilia di rispettivi impegni di campionato. Dal 2005 sul periodico locale “Storicittà” cura una sua rubrica, dal titolo “Personaggi nostrani tra storia e umorismo”, in cui traccia un profilo biografico di quei Lametini del passato, più o meno recente, protagonisti di storielle e aneddoti curiosi. Alcuni anni addietro, su esplicita richiesta dell’imprenditore Domenico Fazzari, ha raccontato in un libro la drammatica prigionia e la tragica fine (21 aprile 1945) del fratello Giuseppe avvenute in Germania, durante la II guerra mondiale. Fatti e circostanze dei drammatici momenti, vissuti dallo sfortunato caporalmaggiore in un campo di prigionia tedesco, sono stati attinti dal diario che lo sfortunato militare ha vergato nei due anni trascorsi in quell’inferno. Altri particolari, come il tragico decesso del giovane, centrato in pieno petto da una granata, sono stati riferiti al pubblicista da un altro suo fratello, il commerciante Vincenzo.
Il drammatico racconto è riproposto nel libro "FIORI MISTI" e, a sinistra, nell'elenco "Storie e Storielle” sotto il titolo: Diario e morte di un prigioniero.
***L’autore, Demetrio Russo, è coniugato con l’ins. Francesca Diaco, dalla quale ha avuto quattro figli e da questi sei nipoti. A loro la dedica dei libri.





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Il Caporalmaggiore Giuseppe Fazzari