Lamezia e i paesi del circondario
col ciclismo dilettantistico, negli anni a cavallo dei ‘60/’70, hanno avuto un
rapporto solido, ricco di partecipazione attiva e di grande entusiasmo. La
gente dei centri abitati attraversati dalle carovane in bici, ha sempre
manifestato curiosità e coinvolgimento emotivo, come del resto avviene al
passaggio dei professionisti del Giro d’Italia quando sporadiche edizioni
transitano dalle nostre parti. Le categorie più basse del
ciclismo nazionale sono riuscite a ritagliarsi nel Lametino uno spazio
significativo nel settore dello sport competitivo e amatoriale. Diede il “là” l’indimenticato
Michele Caligiuri, dipendente del Cinema Grandinetti quale operatore di
proiezioni, legato alla pratica del ciclismo e al suo…mondo al punto di cullare
il sogno di poter realizzare delle competizioni vere e proprie per dilettanti
di 2^ e 3^ categoria. Occorrevano
organizzazione logistica e mezzi finanziari per assicurare - oltre alle spese
di autorizzazioni e quant’altro - vitto, alloggio e rimborso spese ai
partecipanti provenienti da varie regioni. Coinvolse me cronista sportivo ed io
la ditta Mobili F.lli Calabria di Gizzeria in qualità di sponsor e altri
inserzionisti pubblicitari nell’opuscolo-regolamento stampato in centinaia di
copie per ogni singola gara. Tra essi finanziatori un doveroso ringraziamento
alla casertana Ditta Paoletti-Corredo e al suo rappresentante per la Calabra
sig. A. Perri. Con Caligiuri ho istituito il sodalizio Bici Club Lamezia,
regolarmente iscritto alla Federazione, e organizzammo delle gare ufficiali per
dilettanti invitando tutte le società meridionali in elenco nell’albo federale,
tante delle quali aderirono all’iniziativa e inviarono loro corridori,
cimentatisi sul percorso Nicastro-Maida-San Pietro a Maida-Curinga-Falerna
Marina–Nocera Terinese-Falerna paese-Gizzeria-Sambiase e conclusione sul corso
Numistrano. Invero alcune edizioni delle otto disputate ebbero partenza e
arrivo a Gizzeria, sede dello sponsor, e dove particolarmente entusiasti e
accoglienti furono gli abitanti con il sindaco del tempo a premiare i girini su
apposito palco. Nella prima edizione un particolare ricordo va a Gino La Scala,
titolare dell’ex omonima ditta di autolinee in servizio nel Lametino, il quale
prese me, direttore di gara regolarmente autorizzato dalla Federazione regionale
di Cosenza, a bordo di una fiammante spider di marca sudamericana, per seguire
e dirigere la corsa. Nelle gare dilettantistiche organizzate, successo e
popolarità non vennero mai meno al punto che in una di esse vi presero parte
ben 94 concorrenti tra i quali 4 del sodalizio del noto Bruno Mealli (vinse tre tappe al giro d’Italia negli anni
’61-‘69 di attività professionistica) il quale mi contattò per concordare
l’extra da corrispondere ai suoi ciclisti per rimborso spese di viaggio in
auto. La sezione calabrese della FCI con sede a Cosenza, di cui era presidente
l’avv. Formoso, seguì con particolare attenzione e condivisione l’attività del
Bici Club Lamezia, apprezzando l’impegno e la passione dei suoi fondatori e
collaboratori. Il sottoscritto venne eletto consigliere nell’assemblea federale
dai rappresentanti (bontà loro) delle
società affiliate e, tra l’altro, l’avv. Formoso suggerì di organizzare a
Lamezia un corso per arbitri di ciclismo. Fummo in dodici a parteciparvi e a
ottenere la qualifica di arbitro regionale, tra cui Antonello Di Cello poi
diventato “nazionale”. Furono ben otto le edizioni della gara lametina
riservata ai dilettanti di 2^ e 3^ categoria, l’ultima delle quali pose termine
bruscamente alla bella e tradizionale manifestazione sportiva. L’anno prima era
venuto a mancare il significativo sostegno dello sponsor precedente, sostituito
– solo con impegno promesso ma non mantenuto – dall’allora responsabile
dell’ufficio EPT di Nicastro, per cui il sottoscritto dovette accollarsi buona
parte dei costi; il resto coperto dai ricavi delle inserzioni pubblicitarie. A
tutte queste iniziative e attività di tipo dilettantistico si sono aggiunte le
tante manifestazioni di ciclismo amatoriale messe in piedi con passione e
meticolosità da Beniamino Dattilo, cui collaborarono assieme a me la sorella
Germana, Sergio Servidone, l’instancabile “pedalatore” De Sensi e i compianti
Riccardo Gonzales e Attilio Romano. Le cosiddette passeggiate in bici su
relativamente previ tracciati (da
Nicastro a Falerna, a S. Pietro a Maida, a Pianopoli, a Platania, ecc.) ideate
dal dinamico Beniamino Dattilo, hanno visto l’adesione di tanti hobbisti della “due
ruote” e di vari nuclei familiari, anche di cerchie di amici quali quelle
guidate da Gino Carnovale titolare della Ditta Camu e di Pasquale Piricò
commerciante noto qualche tempo soprattutto per il falso funerale personale.
Decine e decine di persone di ogni età e sesso, provenienti anche da centri
abitati della provincia (il più anziano
uno di Marcellinara), hanno inforcato la bici partecipando con gioia ed
entusiasmo a tali appuntamenti estivi. Alla fine delle singole manifestazioni
medaglie a tutti e coppe speciali per tipologia dei cicloamatori, alla presenza
di tanta gente curiosa e plaudente. Altre società e gruppi di appassionati
proseguono attualmente il bel rapporto col ciclismo attivo, amatoriale e
dilettantistico. Purtroppo uno di essi è stato falcidiato da un’auto
investitrice (una targa ricorda le 7
vittime) e quel tragico incidente, avvenuto nel novembre del 2011, ha
macchiato di sangue un settore e una tradizione sportiva apprezzabili per
partecipazione, coinvolgimento e popolarità.
11 - Lamezia su...due ruote - DILETTANTI e AMATORI
Pubblicato da
Demetrio Russo - pubblicista - tel. 0968.442206 - Direttore di Banca in pensione - 88046 LAMEZIA TERME
alle
18.7.18
Categoria:
c) - PERSONAGGI e ANEDDOTI
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Note sull'autore
DEMETRIO RUSSO - Pubblicista, Direttore di Banca in pensione 88046 LAMEZIA TERME |
Corrispondente sportivo da Lamezia Terme della “Gazzetta del Sud” di Messina, dal 1958 al 1994. Ha trasmesso servizi a vari quotidiani, in occasione d’importanti manifestazioni ospitate in città e nel circondario, quali: incontri internazionali di pugilato, tornei di basket e di pallavolo, “europei” di biliardo, soste e allenamenti infrasettimanali di squadre di calcio di serie A e B, alla vigilia di rispettivi impegni di campionato. Dal 2005 sul periodico locale “Storicittà” cura una sua rubrica, dal titolo “Personaggi nostrani tra storia e umorismo”, in cui traccia un profilo biografico di quei Lametini del passato, più o meno recente, protagonisti di storielle e aneddoti curiosi. Alcuni anni addietro, su esplicita richiesta dell’imprenditore Domenico Fazzari, ha raccontato in un libro la drammatica prigionia e la tragica fine (21 aprile 1945) del fratello Giuseppe avvenute in Germania, durante la II guerra mondiale. Fatti e circostanze dei drammatici momenti, vissuti dallo sfortunato caporalmaggiore in un campo di prigionia tedesco, sono stati attinti dal diario che lo sfortunato militare ha vergato nei due anni trascorsi in quell’inferno. Altri particolari, come il tragico decesso del giovane, centrato in pieno petto da una granata, sono stati riferiti al pubblicista da un altro suo fratello, il commerciante Vincenzo.
Il drammatico racconto è riproposto nel libro "FIORI MISTI" e, a sinistra, nell'elenco "Storie e Storielle” sotto il titolo: Diario e morte di un prigioniero.
***L’autore, Demetrio Russo, è coniugato con l’ins. Francesca Diaco, dalla quale ha avuto quattro figli e da questi sei nipoti. A loro la dedica dei libri.
***L’autore, Demetrio Russo, è coniugato con l’ins. Francesca Diaco, dalla quale ha avuto quattro figli e da questi sei nipoti. A loro la dedica dei libri.
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Il Caporalmaggiore Giuseppe Fazzari |
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