34 - LA RACCOMANDAZIONE E LE ... RONDINELLE




Tanti anni fa uno studente, tale Primavera, all’epoca domiciliato in un quartiere periferico dell’attuale Lamezia, dovendo sostenere gli esami di maturità e non avendo alle spalle una solida preparazione - per come riferisce l’attendibile “fonte” da cui è sgorgata la notizia - si preoccupò di trovare la via giusta per ... arrivare ai membri della Commissione e garantirsi un’adeguata quanto necessaria raccomandazione. L’attenzione in tale direzione si focalizzò sul professore che la presiedeva, non solo e non tanto per il ruolo rivestito quanto principalmente per le sue origini. Difatti, il presidente è nato da queste parti e diversi anni addietro si trasferì in una città del Nord, dove da pensionato vive con alcuni familiari. Nella richiesta di nomina a commissario d’esami in quell’anno (secondo le notizie ricevute l'episodio risalirebbe a due-tre lustri addietro) aveva espressamente indicato come sede preferita Lamezia Terme, sia per l’ospitalità assicuratagli durante l’intera sessione da consanguinei residenti in loco, sia in previsione di una piacevole “rimpatriata” con ex compagni di scuola e amici d’infanzia.
Il papà dello studente, avendo appreso che un professore di scuola media del luogo (ovviamente, massimo riserbo sul nome) nei primi anni di laurea aveva insegnato nello stesso istituto del presidente della Commissione e che i rapporti di amicizia tra i due erano particolarmente stretti, pensò bene di andare a fargli visita, sperando che la “missione” qualche buon frutto lo avrebbe prodotto. D’altro canto, non conoscendo altre vie, il tentativo con il compaesano andava comunque fatto per dare una mano al figlio atteso da una prova difficile e impegnativa.
L’accoglienza in casa del professore, persona gioviale e disponibile, fu cordiale e ben augurante per il signor Primavera. Il padrone di casa, infatti, appreso il motivo della visita, assicurò di prendere a cuore la delicata situazione e promise che si sarebbe presto attivato per contattare l’amico presidente della commissione d'esame.
Cosa che fece puntualmente all’ora di pranzo. Alzata la cornetta e salutato il collega con l’abituale cordialità, venne al nocciolo della telefonata. “Carissimo, so che sarai di commissione qui a Lamezia per gli esami di maturità. Ho da raccomandarti un ragazzo al quale tengo molto; è un mezzo parente. Si chiama Primavera (il nome viene omesso per ragioni di opportunità). Vedi di dargli una mano.” E, rammentando che il collega un tantino distratto lo era, aggiunse: Mi raccomando non te ne dimenticare. Nel caso dovessi scordarti il cognome, ricordati la stagione dei fiori, quella in cui arrivano le rondinelle, ecc.”. Dall’altro capo del filo l’interlocutore ripeté più di una volta:  Stai tranquillo, me ne ricorderò e farò tutto il possibile per accontentarti. Sai bene che a te non posso dire di no”.
- “Te ne sarò particolarmente grato, fu la risposta da questa parte della cornetta.
Iniziarono gli esami di maturità e gli studenti si apprestarono ad affrontarli con giustificata apprensione: alcuni  comunque fiduciosi nelle proprie conoscenze scolastiche e altri (tra costoro il giovane Primavera) nella … raccomandazione. Completata la sessione degli scritti, la Commissione passò alle interrogazioni degli esaminandi sulle materie previste. Il presidente, che durante quel famoso contatto telefonico non aveva preso appunti, aveva dimenticato il nome dello studente e, non volendo venir meno alla parola data, prestava occhi e orecchie alle generalità dei giovani che a turno prendevano posto davanti a lui per gli esami orali. Sperava di trovare qualche indizio che lo aiutasse a rammentare quel benedetto cognome.
Il caso volle che tra i primi studenti a essere interrogati ci fosse un tale Rondinelli. Nel pronunziare tale cognome il presidente non riuscì a nascondere un sorrisetto a fior di labbra, giacché quella parolina gliene fece ricordare un’altra suggeritagli allora dall'amico come pro-memoria: rondinelle. Meno male – probabilmente si sarà detto - che me ne sono ricordato, altrimenti che figuraccia avrei fatto con il collega!” E, per come aveva garantito, giudicò superato l'esame del Rondinelli senza aver prestato tanta attenzione alle di lui "dissertazioni" in riferimento agli argomenti a piacere che per pura formalità gli aveva richiesto nel corso degli orali. Al termine della sessione di esami, la sera prima che fossero esposti i quadri, il presidente della Commissione, in procinto di far rientro al Nord, si premurò di telefonare all’amico per salutarlo e per confermargli il buon esito della “raccomandazione”.
Che cosa fece il professore lametino, dopo aver ringraziato del favore ricevuto? Prese l’elenco telefonico e rilevato il numero del signor Primavera, chiamò questi e, con modi e parole di soddisfazione e di compiacimento, lo informò circa l'esito positivo degli esami sostenuti dal figlio. Qualcosa, però, non era andata per il verso giusto. Il diavolo vi aveva messo lo … zampino. Successe che il mattino seguente, nel vedere i quadri e leggere l’esito della propria prova, lo studente “raccomandato”, vale a dire il giovane Primavera, ebbe purtroppo a costatare la propria bocciatura. Visibilmente deluso e amareggiato, riferì il tutto a suo padre il quale, giustamente risentito per essere stato preso per i fondelli, si premurò di … ringraziare il professore nel modo e nei termini che meritava.
Com’è possibile?” commentò l'altro tra l'incredulo e lo sbigottito. Comprensibilmente sorpreso e contrariato, aggiunse: “Ci sarà stato sicuramente qualche errore nella stampa o nella lettura del foglio con i risultati, altrimenti quale significato dare alla telefonata del collega che ieri sera mi ha detto in anteprima che il ragazzo aveva superato gli esami di maturità?”. Avuta conferma che i quadri parlavano chiaro, il docente sentì il bisogno e il dovere di mandare a quel paese il collega che rintracciò subito per telefono. L’altro, cadendo dalle nuvole per l’inspiegabile notizia, domandò a mo’ di conferma: Scusami, non mi avevi raccomandato tale Rondinelli, sì o no?”. Ma quale Rondinelli e Rondinelli...!" replicò irritato il professore. "Lo studente che ti avevo raccomandato non si chiamava così. Le rondinelle erano gli animali, come certe persone di mia conoscenza, che avrebbero dovuto farti ricordare la stagione del loro arrivo, cioè la Primavera, quindi il nome del ragazzo e non il loro!” Demetrio Russo






1 commento:

  1. un aneddoto curioso, ben intrecciato e umoristicamente gradevole. Del resto anche gli altri in elenco non hannu nulla da invidiare al presente. Nicola Montepiccolo

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Note sull'autore
DEMETRIO RUSSO - Pubblicista, Direttore di Banca in pensione
Tel. 0968.442206 - (rudeme@alice.it)
88046 LAMEZIA TERME
Corrispondente sportivo da Lamezia Terme della “Gazzetta del Sud” di Messina, dal 1958 al 1994. Ha trasmesso servizi a vari quotidiani, in occasione d’importanti manifestazioni ospitate in città e nel circondario, quali: incontri internazionali di pugilato, tornei di basket e di pallavolo, “europei” di biliardo, soste e allenamenti infrasettimanali di squadre di calcio di serie A e B, alla vigilia di rispettivi impegni di campionato. Dal 2005 sul periodico locale “Storicittà” cura una sua rubrica, dal titolo “Personaggi nostrani tra storia e umorismo”, in cui traccia un profilo biografico di quei Lametini del passato, più o meno recente, protagonisti di storielle e aneddoti curiosi. Alcuni anni addietro, su esplicita richiesta dell’imprenditore Domenico Fazzari, ha raccontato in un libro la drammatica prigionia e la tragica fine (21 aprile 1945) del fratello Giuseppe avvenute in Germania, durante la II guerra mondiale. Fatti e circostanze dei drammatici momenti, vissuti dallo sfortunato caporalmaggiore in un campo di prigionia tedesco, sono stati attinti dal diario che lo sfortunato militare ha vergato nei due anni trascorsi in quell’inferno. Altri particolari, come il tragico decesso del giovane, centrato in pieno petto da una granata, sono stati riferiti al pubblicista da un altro suo fratello, il commerciante Vincenzo.
Il drammatico racconto è riproposto nel libro "FIORI MISTI" e, a sinistra, nell'elenco "Storie e Storielle” sotto il titolo: Diario e morte di un prigioniero.
***L’autore, Demetrio Russo, è coniugato con l’ins. Francesca Diaco, dalla quale ha avuto quattro figli e da questi sei nipoti. A loro la dedica dei libri.





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Il Caporalmaggiore Giuseppe Fazzari