
Con i personaggi locali dei tempi passati
e gli aneddoti curiosi a essi attribuiti, si potrebbe confezionare un libro alquanto voluminoso. E forse
sarebbero in tanti a leggerlo di un fiato: alcuni col sorrisetto sulle labbra
per le amenità in esso contenute, altri perché potrebbero rivivere momenti di
nostalgia e di spensieratezza per i piacevoli ricordi che la lettura
farebbe affiorare nella loro memoria. Il presente opuscolo è formato soltanto
da poche pagine e si ricorda ai lettori che, se fatti e circostanze, con
opportuni travisamenti, possono
essere tranquillamente messi in vetrina, non sempre tale
licenza è consentita per i nomi dei protagonisti,
veri o presunti che siano. Talvolta è bene che gli attori restino
nell’anonimato e che siano prudentemente alterati quegli elementi che possano
in qualche modo portarne alla identificazione.
Esigenze di opportunità e di sensibilità
verso le persone interessate e il loro entourage, suggeriscono di farlo. Tra l’altro, la scelta di
limitare al semplice fatto la storiella può essere giustificata dal dubbio che, come recita un antico
adagio, non tutto quel che si dice in giro va preso per oro colato. E siccome
di verità spesso ce n’è poca, perché correre il rischio di prendere delle
cantonate, chiamando alla ribalta persone che con quella storia hanno avuto
nulla da spartire?
Di alcune storielle, ambientate nella Nicastro e dintorni degli anni passati, sono
ben noti i nomi dei protagonisti e, quindi, di detto riserbo si
potrebbe fare anche a meno, la qualcosa tra l’altro servirebbe a condire meglio
la "pietanza", a renderla più gustosa, a fugare a quei lettori che la disconoscono eventuali dubbi circa la veridicità
dei fatti. Tuttavia, il ricorso a nomi di fantasia non guasta più di tanto il
quadro da esporre; anche perché, in certi casi, il contenuto dell’aneddoto,
spogliato dell'identità dei protagonisti,
tiene brillantemente in piedi l’intera struttura e torna
certamente gradito al lettore suscitandone,
per quegli "ingredienti" che sono propri di una piacevolissima farsa, la curiosità e l’interesse. Si
sa che questi, goloso com’è di amenità e storielle varie, fagociterebbe ogni cosa, persino "bufale",
purché sostenute da un minimo di...condimento; e non baderebbe più di tanto se
un determinato racconto sia fatto risalire a questo o a quel concittadino del passato. Se poi a qualche lettore,
nello scorrere le righe di una vicenda, torneranno alla mente anche i nomi
delle persone in essa coinvolte, tanto meglio per lui: potrà riviverla per qualche istante nel suo insieme e
trascorrere un momento di serenità e di sano umorismo.
I fatti, purché geniali e curiosi, vanno
benissimo anche da soli; e poco interessa se in essi vi sia scarsa sostanza. Il
ruolo più importante spesso e volentieri lo rivestono i contorni, le sfumature,
quei piccoli dettagli solo apparentemente insignificanti ma che in realtà sotto il profilo
umoristico sono piuttosto corposi, elaborati o partoriti che siano dalla
geniale fantasia di chi ne sa una più del diavolo. Le storielle, che trovano
linfa e cassa di risonanza specie là dove quella dialettale è la lingua di tutti
i giorni, sono descritte all'incirca per come le ho apprese per cui non è da
escludere la possibilità che alcuni lettori dotati di buona memoria possano
riscontrare delle incongruenze,
delle varianti, delle stroncature rispetto al reale svolgimento dei fatti.
Ricordo a essi che le discordanze eventualmente notate nascono dal fatto che la
versione proposta ai lettori è frutto spesso di notizie raccolte qua e là. E
non sempre le fonti sono limpide. Può capitare, addirittura, che, nei passaggi
da una persona a un’altra, la notizia subisca dei tagli o delle aggiunte per
cui tali manipolazioni finiscono, non solo col penalizzare
l’episodio sotto il profilo della genuinità, quanto anche col fargli assumere i
connotati di un’autentica bufala.
Per tale ragione ritengo necessario
togliere il superfluo dalle notizie acquisite, ricomporre i "puzzle"
con le tessere e gli ingredienti giusti, al fine di presentare il mosaico in un
formato gradevole e possibilmente verosimile.
Per la verità tra i lettori vi è pure chi
non va tanto per il sottile in materia di attendibilità o meno di un aneddoto; gli basta
ridere o sorridere del semplice fatto. Tuttavia, tra tutte le storielle che mi
sono state riferite, una pur minima selezione si è resa opportuna, non fosse
altro per limitare i rischi di offrire ai lettori una raccolta di barzellette e
non di piacevoli vicende di casa nostra. In ogni caso il consiglio di prendere
con le classiche pinze gli aneddoti descritti, è rivolto a tutti. E a chiare note.
à Demetrio Russo
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