01 - SCELTA DEI PERSONAGGI, linee guida



Con i personaggi locali dei tempi passati e gli aneddoti curiosi a essi attribuiti, si potrebbe confezionare un libro alquanto voluminoso. E forse sarebbero in tanti a leggerlo di un fiato: alcuni col sorrisetto sulle labbra per le amenità in esso contenute, altri perché potrebbero rivivere momenti di nostalgia e di spensieratezza per i piacevoli ricordi che la lettura farebbe affiorare nella loro memoria. Il presente opuscolo è formato soltanto da poche pagine e si ricorda ai lettori che, se fatti e circostanze, con opportuni travisamenti, possono essere tranquillamente messi in vetrina, non sempre tale licenza è consentita per i nomi dei protagonisti, veri o presunti che siano. Talvolta è bene che gli attori restino nell’anonimato e che siano prudentemente alterati quegli elementi che possano in qualche modo portarne alla identificazione.
Esigenze di opportunità e di sensibilità verso le persone interessate e il loro entourage, suggeriscono di farlo. Tra l’altro, la scelta di limitare al semplice fatto la storiella può essere giustificata dal dubbio che, come recita un antico adagio, non tutto quel che si dice in giro va preso per oro colato. E siccome di verità spesso ce n’è poca, perché correre il rischio di prendere delle cantonate, chiamando alla ribalta persone che con quella storia hanno avuto nulla da spartire?
Di alcune storielle, ambientate nella Nicastro e dintorni degli anni passati, sono ben noti i nomi dei protagonisti e, quindi, di detto riserbo si potrebbe fare anche a meno, la qualcosa tra l’altro servirebbe a condire meglio la "pietanza", a renderla più gustosa, a fugare a quei lettori che la disconoscono eventuali dubbi circa la veridicità dei fatti. Tuttavia, il ricorso a nomi di fantasia non guasta più di tanto il quadro da esporre; anche perché, in certi casi, il contenuto dell’aneddoto, spogliato dell'identità dei protagonisti, tiene brillantemente in piedi l’intera struttura e torna certamente gradito al lettore suscitandone, per quegli "ingredienti" che sono propri di una piacevolissima farsa, la curiosità e l’interesse. Si sa che questi, goloso com’è di amenità e storielle varie, fagociterebbe ogni cosa, persino "bufale", purché sostenute da un minimo di...condimento; e non baderebbe più di tanto se un determinato racconto sia fatto risalire a questo o a quel concittadino del passato. Se poi a qualche lettore, nello scorrere le righe di una vicenda, torneranno alla mente anche i nomi delle persone in essa coinvolte, tanto meglio per lui: potrà riviverla per qualche istante nel suo insieme e trascorrere un momento di serenità e di sano umorismo.
I fatti, purché geniali e curiosi, vanno benissimo anche da soli; e poco interessa se in essi vi sia scarsa sostanza. Il ruolo più importante spesso e volentieri lo rivestono i contorni, le sfumature, quei piccoli dettagli solo apparentemente insignificanti ma che in realtà sotto il profilo umoristico sono piuttosto corposi, elaborati o partoriti che siano dalla geniale fantasia di chi ne sa una più del diavolo. Le storielle, che trovano linfa e cassa di risonanza specie là dove quella dialettale è la lingua di tutti i giorni, sono descritte all'incirca per come le ho apprese per cui non è da escludere la possibilità che alcuni lettori dotati di buona memoria possano riscontrare delle incongruenze, delle varianti, delle stroncature rispetto al reale svolgimento dei fatti.
Ricordo a essi che le discordanze eventualmente notate nascono dal fatto che la versione proposta ai lettori è frutto spesso di notizie raccolte qua e là. E non sempre le fonti sono limpide. Può capitare, addirittura, che, nei passaggi da una persona a un’altra, la notizia subisca dei tagli o delle aggiunte per cui tali manipolazioni finiscono, non solo col penalizzare l’episodio sotto il profilo della genuinità, quanto anche col fargli assumere i connotati di un’autentica bufala.
Per tale ragione ritengo necessario togliere il superfluo dalle notizie acquisite, ricomporre i "puzzle" con le tessere e gli ingredienti giusti, al fine di presentare il mosaico in un formato gradevole e possibilmente verosimile.
Per la verità tra i lettori vi è pure chi non va tanto per il sottile in materia di attendibilità o meno di un aneddoto; gli basta ridere o sorridere del semplice fatto. Tuttavia, tra tutte le storielle che mi sono state riferite, una pur minima selezione si è resa opportuna, non fosse altro per limitare i rischi di offrire ai lettori una raccolta di barzellette e non di piacevoli vicende di casa nostra. In ogni caso il consiglio di prendere con le classiche pinze gli aneddoti descritti, è rivolto a tutti. E a chiare note.  

à Demetrio Russo

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Note sull'autore
DEMETRIO RUSSO - Pubblicista, Direttore di Banca in pensione
Tel. 0968.442206 - (rudeme@alice.it)
88046 LAMEZIA TERME
Corrispondente sportivo da Lamezia Terme della “Gazzetta del Sud” di Messina, dal 1958 al 1994. Ha trasmesso servizi a vari quotidiani, in occasione d’importanti manifestazioni ospitate in città e nel circondario, quali: incontri internazionali di pugilato, tornei di basket e di pallavolo, “europei” di biliardo, soste e allenamenti infrasettimanali di squadre di calcio di serie A e B, alla vigilia di rispettivi impegni di campionato. Dal 2005 sul periodico locale “Storicittà” cura una sua rubrica, dal titolo “Personaggi nostrani tra storia e umorismo”, in cui traccia un profilo biografico di quei Lametini del passato, più o meno recente, protagonisti di storielle e aneddoti curiosi. Alcuni anni addietro, su esplicita richiesta dell’imprenditore Domenico Fazzari, ha raccontato in un libro la drammatica prigionia e la tragica fine (21 aprile 1945) del fratello Giuseppe avvenute in Germania, durante la II guerra mondiale. Fatti e circostanze dei drammatici momenti, vissuti dallo sfortunato caporalmaggiore in un campo di prigionia tedesco, sono stati attinti dal diario che lo sfortunato militare ha vergato nei due anni trascorsi in quell’inferno. Altri particolari, come il tragico decesso del giovane, centrato in pieno petto da una granata, sono stati riferiti al pubblicista da un altro suo fratello, il commerciante Vincenzo.
Il drammatico racconto è riproposto nel libro "FIORI MISTI" e, a sinistra, nell'elenco "Storie e Storielle” sotto il titolo: Diario e morte di un prigioniero.
***L’autore, Demetrio Russo, è coniugato con l’ins. Francesca Diaco, dalla quale ha avuto quattro figli e da questi sei nipoti. A loro la dedica dei libri.





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Il Caporalmaggiore Giuseppe Fazzari