14 - ZOPPO PER...BACCO E VIGILE ZELANTE




Un noto vigile urbano dell’ex Comune di Nicastro, in attività fino a pochi lustri addietro e da qualche anno deceduto, è stato tra i protagonisti di una scenetta alquanto divertente e che all’epoca ebbe una certa eco, tant’è che ancora oggi qualche concittadino in età avanzata certamente ne avrà memoria. Questa la scenografia del curioso episodio, con il “cast” (ma nessun nome degli … attori principali, per ovvie ragioni) e con le sue divertenti battute. Una sera di domenica la guardia municipale sta prestando servizio su Corso Giovanni Nicotera, all’altezza dell’incrocio con Via Carducci. Con le mani una nell’altra dietro la schiena e le gambe leggermente divaricate, osserva infastidito lo strano incedere di un manovale che, “more solito”, ha alzato il ... gomito. L’uomo, uno dei fedelissimi del dio Bacco, uscito da poco da un’osteria alla periferia della città per far rientro nella propria dimora sita nella zona alta, risale quel corso lungo il lato sinistro, procedendo con un piede sopra il marciapiede e l’altro sotto. Giunto nel tratto antistante alla postazione del vigile, in pratica nei pressi della gioielleria Caputo, è fatto oggetto di scherno da un gruppetto di dispettosi ragazzi. Uno spettacolo non bello da vedersi e che disturba le tante persone presenti su uno dei due Corsi principali cittadini (l’altro è Corso Numistrano), specie a quell’ora di punta del passeggio serale - mancano pochi minuti alle 20 - e per giunta nel tratto più frequentato, per cui lo zelante vigile non può esimersi dall’intervenire. Alquanto irritato e con fare deciso si porta sull’altro marciapiede e invita i monelli a smetterla di prendere in giro l’ubriaco e ad allontanarsi dalla zona, minacciandoli con gesti e parole dure. Poi si avvicina al manovale, lo afferra per il colletto della giacca e gli intima, in stretto dialetto all’altro più comprensibile:-“Ricùàgghjiti sùbitu alla casa, bìallu, ch’a sì ’mbriàcu” (Ritirati immediatamente a casa, mio caro, perché sei ubriaco). E quello, recuperato un barlume di lucidità e visibilmente compiaciuto, balbetta a fior di labbra:- “Menu mali, mi cridìa ch’era zùappu…!” (Meno male, credevo fossi zoppo!). 
Demetrio Russo
                                                         * * *
A proposito di seguaci del dio Bacco qualcuno ricorda un curioso aneddoto con protagonista un muratore del Rione San Teodoro, avuto luogo diversi lustri fa in un'aula utilizzata per un corso di scuola serale. Questa la...trama della simpatica storiella: l'insegnante, volendo sottolineare il vizio dell'alunno, chiede a questi di coniugare il verbo "bere", limitatamente ai tempi del modo indicativo e alla prima persona singolare.
E quello: "Io bevo","io bevevo", "io bevvi", "io ho bevuto".....
- La maestra interviene: "Bravo, continua con il futuro semplice";
Non sapendo come proseguire, il muratore se ne esce con questa scappatoia: "Da questo momento sono astemio!!!". 
Demetrio Russo

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Note sull'autore
DEMETRIO RUSSO - Pubblicista, Direttore di Banca in pensione
Tel. 0968.442206 - (rudeme@alice.it)
88046 LAMEZIA TERME
Corrispondente sportivo da Lamezia Terme della “Gazzetta del Sud” di Messina, dal 1958 al 1994. Ha trasmesso servizi a vari quotidiani, in occasione d’importanti manifestazioni ospitate in città e nel circondario, quali: incontri internazionali di pugilato, tornei di basket e di pallavolo, “europei” di biliardo, soste e allenamenti infrasettimanali di squadre di calcio di serie A e B, alla vigilia di rispettivi impegni di campionato. Dal 2005 sul periodico locale “Storicittà” cura una sua rubrica, dal titolo “Personaggi nostrani tra storia e umorismo”, in cui traccia un profilo biografico di quei Lametini del passato, più o meno recente, protagonisti di storielle e aneddoti curiosi. Alcuni anni addietro, su esplicita richiesta dell’imprenditore Domenico Fazzari, ha raccontato in un libro la drammatica prigionia e la tragica fine (21 aprile 1945) del fratello Giuseppe avvenute in Germania, durante la II guerra mondiale. Fatti e circostanze dei drammatici momenti, vissuti dallo sfortunato caporalmaggiore in un campo di prigionia tedesco, sono stati attinti dal diario che lo sfortunato militare ha vergato nei due anni trascorsi in quell’inferno. Altri particolari, come il tragico decesso del giovane, centrato in pieno petto da una granata, sono stati riferiti al pubblicista da un altro suo fratello, il commerciante Vincenzo.
Il drammatico racconto è riproposto nel libro "FIORI MISTI" e, a sinistra, nell'elenco "Storie e Storielle” sotto il titolo: Diario e morte di un prigioniero.
***L’autore, Demetrio Russo, è coniugato con l’ins. Francesca Diaco, dalla quale ha avuto quattro figli e da questi sei nipoti. A loro la dedica dei libri.





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Il Caporalmaggiore Giuseppe Fazzari