05 - PEPE' PANDOLFO, tabaccaio



Abbiamo quasi tutti dei ricordi di “don Pepè Pandolfo” titolare, fino a poco prima di abbandonare questo mondo, della rivendita di tabacchi in via Cap. Manfredi, nell’ex comune di Nicastro, e per lunghi anni corrispondente sportivo del quotidiano “Il Mattino” di Napoli. Era noto anche per le sue molteplici attività di natura hobbistica tra cui l’organizzazione di riuscitissimi motoraduni a livello nazionale, e non solo.
Dal mio personale ricordo è possibile trarre alcuni dettagli che contribuiscono a tracciare meglio la sua figura, meritevole senza dubbio alcuno dell’importante etichetta di “personaggio”.
Di contatti ne ho avuto diversi con il compianto collega non fosse altro per il comune impegno nel settore dello Sport, nel ruolo di corrispondenti. Collaboravamo entrambi a noti quotidiani italiani e le varie manifestazioni sportive ci trovavano di solito fianco a fianco.
Mi preme ricordarne in quest’attività il condiviso modo di operare: chi di noi era a conoscenza di un avvenimento sportivo, partecipava subito la notizia all’altro, a comprova di un’amicizia e di una collaborazione consolidate.
L’amico Pepè il tempo per scrivere il “pezzo” durante la giornata lo rubava alla gestione della tabaccheria. Tra una vendita e l’altra di sigarette o di riviste, curava la stesura del servizio da trasmettere al giornale. Non aveva molto tempo, specie il pomeriggio di domenica, per cui era costretto a rinunciare alla macchina da scrivere e servirsi di penna o matita, suo attrezzo abituale.
Buttava gli articoli sul primo pezzo di carta che trovava a portata di mano. Spesso si trattava di carta da avvolgere oppure del retro di un calendario scaduto. Mai che utilizzasse un notes o un foglio bianco di quaderno! Scriveva persino lungo i margini di giornali invenduti. E si trovava tanto a suo agio che difficilmente cambiava sistema. Tutto questo più per la fretta che per amore di … risparmio.
Tante erano le cancellature, le rettifiche, gli asterischi di richiamo per aggiunte annotate in altri spazi dell’improvvisato mezzo cartaceo. Francamente era un’impresa per tutti (non per lui, ovviamente) leggere in scioltezza e in sequenza le minute dei suoi articoli. Difficoltà che incontravo anch’io, quando mi pregava di sostituirlo nel trasmettere i “pezzi” al giornale cui collaborava.
Per questo suo modo di scarabocchiare gli articoli sportivi su improvvisati pezzetti di carta o bordi di giornali invenduti, lo sfottevo spesso. Lui non se la prendeva mai a male; si limitava a sorridere, non senza una malcelata punta di compiaciuta civetteria. Uomo alla mano, un po’ distratto, talvolta amorevolmente burbero, amante del conversare con tutti gli abituali o occasionali clienti che intratteneva a lungo parlando a briglia sciolta dei più svariati argomenti.
A tal proposito ricordo un simpatico episodio di cui sono stato testimone: mi trovavo nella rivendita per una delle solite visite di cortesia. Non c’erano altri nel locale. Mi salutò con la solita cordialità e mi ragguagliò in merito all’ultima edizione del motoraduno che, a suo dire, ebbe un notevole successo per la qualificata e numerosa partecipazione di “centauri” provenienti da ogni parte della Penisola, alcuni addirittura dall’Estero. Tra le più importanti presenze alla riuscitissima manifestazione motociclistica, il collega Pandolfo rimarcava con orgoglio quella del compianto Claudio Villa.
Mentre ascoltavo il dettagliato ed entusiastico resoconto, entrò nella rivendita un ragazzo il quale, vedendo il tabaccaio impegnato a conversare con altra persona, cioè col sottoscritto, educatamente e in assoluto silenzio si mise accanto al bancone in attesa di essere servito. Dopo un bel po’, costatato che don Pepè la tirava per le lunghe, alquanto spazientito, chiese ad alta voce: “Don Pepè, dàtimi ’nu mazzu d’abbàttiri ’i lignu ch’a vajiu ’i prèscia…” (Don Pepè, datemi una scatola di fiammiferi di legno perché vado di fretta). Pandolfo, colto alla sprovvista e infastidito per la brusca interruzione, replicò con pari tonalità di voce al ragazzo che conosceva giacché abituale acquirente di sigarette per suo padre, con queste parole: “Domè, ’un gridàri ch’a ’un sùgnu surdu” (Domenico, non gridare perché non sono sordo). E ritenendo che il ragazzo fosse entrato per le solite sigarette, don Pepè aggiunse: “Cumu ’i vùa’, ccùllu fhiltru o senza fhiltru?” (Come le vuoi, con il filtro o senza?). à Demetrio Russo


Nessun commento:

Posta un commento

Note sull'autore
DEMETRIO RUSSO - Pubblicista, Direttore di Banca in pensione
Tel. 0968.442206 - (rudeme@alice.it)
88046 LAMEZIA TERME
Corrispondente sportivo da Lamezia Terme della “Gazzetta del Sud” di Messina, dal 1958 al 1994. Ha trasmesso servizi a vari quotidiani, in occasione d’importanti manifestazioni ospitate in città e nel circondario, quali: incontri internazionali di pugilato, tornei di basket e di pallavolo, “europei” di biliardo, soste e allenamenti infrasettimanali di squadre di calcio di serie A e B, alla vigilia di rispettivi impegni di campionato. Dal 2005 sul periodico locale “Storicittà” cura una sua rubrica, dal titolo “Personaggi nostrani tra storia e umorismo”, in cui traccia un profilo biografico di quei Lametini del passato, più o meno recente, protagonisti di storielle e aneddoti curiosi. Alcuni anni addietro, su esplicita richiesta dell’imprenditore Domenico Fazzari, ha raccontato in un libro la drammatica prigionia e la tragica fine (21 aprile 1945) del fratello Giuseppe avvenute in Germania, durante la II guerra mondiale. Fatti e circostanze dei drammatici momenti, vissuti dallo sfortunato caporalmaggiore in un campo di prigionia tedesco, sono stati attinti dal diario che lo sfortunato militare ha vergato nei due anni trascorsi in quell’inferno. Altri particolari, come il tragico decesso del giovane, centrato in pieno petto da una granata, sono stati riferiti al pubblicista da un altro suo fratello, il commerciante Vincenzo.
Il drammatico racconto è riproposto nel libro "FIORI MISTI" e, a sinistra, nell'elenco "Storie e Storielle” sotto il titolo: Diario e morte di un prigioniero.
***L’autore, Demetrio Russo, è coniugato con l’ins. Francesca Diaco, dalla quale ha avuto quattro figli e da questi sei nipoti. A loro la dedica dei libri.





FIORI MISTI - Storie di guerra e altro - disponibile su Amazon














Il Caporalmaggiore Giuseppe Fazzari