A un Generale Militare di origini lametine vissuto a
metà del secolo scorso (ne ometto le apprese generalità per quel minimo di
prudenza che spesso non guasta riguardo alla veridicità o meno del fatto) –
secondo il racconto dell’amico Aurelio, dalla cui memoria sgorgano in sintesi aneddoti
e amenità del passato meritevoli di essere definiti “storici” – viene ascritta
una storiella inedita e particolarmente curiosa avvenuta nel centro Italia,
dove il Comandante prestava servizio.
Si narra che una mattina, intento a parlare con un
parente ospite per alcuni giorni, la donna delle pulizie lo informa di non
essere riuscita ad aprire la porta del bagno per un difetto nella serratura e gli
chiede di provvedervi con una certa urgenza. “Cosa fare?” si domanda
perplesso, guardando distrattamente la collaboratrice domestica. La donna, ritenendo
che la domanda sia rivolta a lei, da sprovveduta e sempliciona quale è, suggerisce
di chiamare i Vigili del Fuoco. Il Generale replica con una ironica
considerazione: “Sì,
così verranno con una vettura a sirene spiegate per una sciocchezza! Non è il
caso”.
Chiude con lei e telefona in caserma a un suo
subalterno esponendogli il problema. Questi assicura che provvederà subito e
manda in casa dell’Alto Ufficiale un militare, originario di un paesino della
Campania, arruolatosi da poco tempo. Il giovane, un tipo sveglio ed esperto per
simili e altri interventi, tira fuori da una tasca un piccolo arnese metallico,
lo infila nel buco della toppa e in un batter d’occhio apre. Il Generale, segue
con curiosità e attenzione le agili mani del “tecnico” in divisa e rimane
stupito per la tempestività dell’…operazione. Lo ringrazia doverosamente e lo
rimanda in caserma; poi, parlandone col congiunto suo ospite, matura l’idea di un
“premio speciale” a breve per il militare.
Alcuni giorni dopo quest’ultimo viene convocato da
un maresciallo, originario del Catanzarese e suo diretto superiore, che gli
notifica il trasferimento in una stazione montana del Nord da effettuarsi nel
giro di ventiquattro ore. Il giovane, deluso e amareggiato, non sa darsene una
spiegazione. Chiede e ottiene di essere ricevuto dal Generale per commiatarsi (così
giustifica la sua richiesta), mentre in realtà mira ad avere qualche
indizio su motivi e autori di un trasferimento inatteso e decisamente non
gradito. La risposta ai suoi interrogativi, presente il sottufficiale
accompagnatore, è da…Ponzio Pilato: “Lo
hanno deciso dal Comando Generale perché in quella Stazione avranno bisogno probabilmente
di un’altra unità”, spiega l’alto ufficiale accompagnando
la frase con una scrollatina di spalle. Congeda lo sconfortato militare, volge uno
sguardo compiaciuto alla cassaforte dell’ufficio (“non si sa mai”, avrà
pensato) e una strizzatina d’occhio al maresciallo. Questi saluta secondo norma
e si chiude la porta alle spalle, con sulle labbra un malcelato sorrisetto
di…complicità.
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