43 - PUNIRE PER PREVENIRE? UNA BUONA IDEA.





A un Generale Militare di origini lametine vissuto a metà del secolo scorso (ne ometto le apprese generalità per quel minimo di prudenza che spesso non guasta riguardo alla veridicità o meno del fatto) – secondo il racconto dell’amico Aurelio, dalla cui memoria sgorgano in sintesi aneddoti e amenità del passato meritevoli di essere definiti “storici” – viene ascritta una storiella inedita e particolarmente curiosa avvenuta nel centro Italia, dove il Comandante prestava servizio.
Si narra che una mattina, intento a parlare con un parente ospite per alcuni giorni, la donna delle pulizie lo informa di non essere riuscita ad aprire la porta del bagno per un difetto nella serratura e gli chiede di provvedervi con una certa urgenza. “Cosa fare?” si domanda perplesso, guardando distrattamente la collaboratrice domestica. La donna, ritenendo che la domanda sia rivolta a lei, da sprovveduta e sempliciona quale è, suggerisce di chiamare i Vigili del Fuoco. Il Generale replica con una ironica considerazione: “Sì, così verranno con una vettura a sirene spiegate per una sciocchezza! Non è il caso”.
Chiude con lei e telefona in caserma a un suo subalterno esponendogli il problema. Questi assicura che provvederà subito e manda in casa dell’Alto Ufficiale un militare, originario di un paesino della Campania, arruolatosi da poco tempo. Il giovane, un tipo sveglio ed esperto per simili e altri interventi, tira fuori da una tasca un piccolo arnese metallico, lo infila nel buco della toppa e in un batter d’occhio apre. Il Generale, segue con curiosità e attenzione le agili mani del “tecnico” in divisa e rimane stupito per la tempestività dell’…operazione. Lo ringrazia doverosamente e lo rimanda in caserma; poi, parlandone col congiunto suo ospite, matura l’idea di un “premio speciale” a breve per il militare.
Alcuni giorni dopo quest’ultimo viene convocato da un maresciallo, originario del Catanzarese e suo diretto superiore, che gli notifica il trasferimento in una stazione montana del Nord da effettuarsi nel giro di ventiquattro ore. Il giovane, deluso e amareggiato, non sa darsene una spiegazione. Chiede e ottiene di essere ricevuto dal Generale per commiatarsi (così giustifica la sua richiesta), mentre in realtà mira ad avere qualche indizio su motivi e autori di un trasferimento inatteso e decisamente non gradito. La risposta ai suoi interrogativi, presente il sottufficiale accompagnatore, è da…Ponzio Pilato: “Lo hanno deciso dal Comando Generale perché in quella Stazione avranno bisogno probabilmente di un’altra unità”, spiega l’alto ufficiale accompagnando la frase con una scrollatina di spalle. Congeda lo sconfortato militare, volge uno sguardo compiaciuto alla cassaforte dell’ufficio (“non si sa mai”, avrà pensato) e una strizzatina d’occhio al maresciallo. Questi saluta secondo norma e si chiude la porta alle spalle, con sulle labbra un malcelato sorrisetto di…complicità.   


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Note sull'autore
DEMETRIO RUSSO - Pubblicista, Direttore di Banca in pensione
Tel. 0968.442206 - (rudeme@alice.it)
88046 LAMEZIA TERME
Corrispondente sportivo da Lamezia Terme della “Gazzetta del Sud” di Messina, dal 1958 al 1994. Ha trasmesso servizi a vari quotidiani, in occasione d’importanti manifestazioni ospitate in città e nel circondario, quali: incontri internazionali di pugilato, tornei di basket e di pallavolo, “europei” di biliardo, soste e allenamenti infrasettimanali di squadre di calcio di serie A e B, alla vigilia di rispettivi impegni di campionato. Dal 2005 sul periodico locale “Storicittà” cura una sua rubrica, dal titolo “Personaggi nostrani tra storia e umorismo”, in cui traccia un profilo biografico di quei Lametini del passato, più o meno recente, protagonisti di storielle e aneddoti curiosi. Alcuni anni addietro, su esplicita richiesta dell’imprenditore Domenico Fazzari, ha raccontato in un libro la drammatica prigionia e la tragica fine (21 aprile 1945) del fratello Giuseppe avvenute in Germania, durante la II guerra mondiale. Fatti e circostanze dei drammatici momenti, vissuti dallo sfortunato caporalmaggiore in un campo di prigionia tedesco, sono stati attinti dal diario che lo sfortunato militare ha vergato nei due anni trascorsi in quell’inferno. Altri particolari, come il tragico decesso del giovane, centrato in pieno petto da una granata, sono stati riferiti al pubblicista da un altro suo fratello, il commerciante Vincenzo.
Il drammatico racconto è riproposto nel libro "FIORI MISTI" e, a sinistra, nell'elenco "Storie e Storielle” sotto il titolo: Diario e morte di un prigioniero.
***L’autore, Demetrio Russo, è coniugato con l’ins. Francesca Diaco, dalla quale ha avuto quattro figli e da questi sei nipoti. A loro la dedica dei libri.





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Il Caporalmaggiore Giuseppe Fazzari