21 - PER SUDARE BASTA UNA ...VALIGIA




Tanti anni addietro la titolarità di una farmacia, in un centro del Lametino, è passata di mano e il nuovo proprietario, proveniente da altro Comune, nei primi tempi faceva il pendolare in quasi tutti i week-end. Qualche lettore potrebbe ritenere di individuare in un noto farmacista locale il personaggio dell’aneddoto in questione, ma sarà certamente fuori strada. La verità porta a ben altri... lidi, cioè a uno dei paesi lungo la tratta ferrata S. Eufemia Lamezia - Catanzaro Lido. Comunque, torniamo al fatto. Quando non era di turno il sabato o la domenica, prendeva il treno il venerdì sera per trascorrere in famiglia i due giorni di riposo. La mattina di lunedì era puntuale sul posto di lavoro per l’ora di apertura della farmacia. Nell’altro caso, vale a dire quando era di turno il sabato o la domenica, si tratteneva nella nuova sede due settimane consecutive, al termine delle quali rientrava al paese d’origine, con un bagaglio ben più pesante. Difatti, riportava a casa un maggiore quantitativo di effetti personali e pure vari acquisti per i familiari. In occasione di un rientro dopo quindici giorni di operatività, avendo con sé una valigia di non trascurabile peso, la sera di venerdì decise di anticipare di qualche minuto la chiusura dell’esercizio per non correre il rischio di perdere il treno. Posò il bagaglio sul gradino d’ingresso della farmacia e si accinse ad abbassare la saracinesca. Agiva in fretta, sapendo di dover raggiungere a piedi la stazione ferroviaria che non era proprio a due passi. E con quel peso da portarsi dietro!
Mentre procedeva alla chiusura, si presentò a lui un giovane operaio, ben messo in carne, di nome Domenico, con abitazione in un quartiere periferico. Questi, un po’ contrariato per non essere giunto in tempo e, in preda a una certa agitazione, rivolse al farmacista la seguente preghiera:
- “Dottò, dottò…’ppi piacìri aspittàti 'nu pocu: ’un chiudìti ch'a m’abbisògnanu certi pìnnuli chi m’ha ordinàtu ’u mìadicu.” (Dottore, per piacere aspettate un momento, non chiudete. Ho necessità di alcune pillole ordinatemi dal medico).
Il farmacista, ancora piegato sulle ginocchia e nelle mani un robusto catenaccio che stava per infilare negli appositi anelli, girò la testa verso di lui e, con un tono di voce e un’espressione del viso che lasciavano trasparire un certo disappunto per l’imprevisto contrattempo, chiese in rapida sequenza, come una raffica di mitra:
“Che pillole sono? Di cosa soffri? Per cosa ti servono? Sono proprio urgenti?”. Il giovanotto tolse dal taschino della camicia la ricetta piegata in quattro; la dispiegò, la porse con mano esitante al medico, accompagnando il gesto con parole tese a chiarire i suoi problemi e, nello stesso tempo, a suscitare comprensione e, di conseguenza, a ottenere la riapertura della farmacia per il prelievo delle medicine prescrittegli dal medico curante. Con tono supplichevole precisò: “Dottò, sùgnu trùappu grassu; avèra ’i dimagrìri e lu mìadicu m’ha ordinatu 'sti pìnnuli ’ppì sudàri. Nd’haju ‘i pigghjiàri una ’a sìra e ’n’àutra ’a matìna, a cuminciàri ’i stasìra.” (Sono troppo grasso e devo dimagrire. Il medico mi ha ordinato pillole per sudare, da prendere due al giorno, mattina e sera, cominciando da stasera).
Il farmacista diede un fugace sguardo alla ricetta e si rese conto che la cosa non era poi così urgente; urgente invece era che lui si avviasse verso la stazione e non perdesse altro tempo. All’arrivo del treno e alla sua immediata ripartenza mancava davvero poco. Si tranquillizzò un pochino e riprese le operazioni di chiusura sotto lo sguardo palesemente deluso e preoccupato del giovane. Poi si rivolse al “malato” e disse con ritrovata giusta cadenza:
“Per le medicine puoi venire tranquillamente lunedì mattina, non c’è urgenza. Per stasera, magari, sai cosa puoi fare? Aiutami a portare questa valigia alla stazione...!”.  Demetrio Russo


2 commenti:

  1. Gradevolissimo aneddoto. Davvero bravo il giornalista. Antonio P.

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  2. Ringraziamenti al lettore Antonio P. per il gradimento avuto nel leggere la storiella sopra descritta. Spero risultino gradevoli a lui e agli altri lettori le amenità in elenco a lato.

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Note sull'autore
DEMETRIO RUSSO - Pubblicista, Direttore di Banca in pensione
Tel. 0968.442206 - (rudeme@alice.it)
88046 LAMEZIA TERME
Corrispondente sportivo da Lamezia Terme della “Gazzetta del Sud” di Messina, dal 1958 al 1994. Ha trasmesso servizi a vari quotidiani, in occasione d’importanti manifestazioni ospitate in città e nel circondario, quali: incontri internazionali di pugilato, tornei di basket e di pallavolo, “europei” di biliardo, soste e allenamenti infrasettimanali di squadre di calcio di serie A e B, alla vigilia di rispettivi impegni di campionato. Dal 2005 sul periodico locale “Storicittà” cura una sua rubrica, dal titolo “Personaggi nostrani tra storia e umorismo”, in cui traccia un profilo biografico di quei Lametini del passato, più o meno recente, protagonisti di storielle e aneddoti curiosi. Alcuni anni addietro, su esplicita richiesta dell’imprenditore Domenico Fazzari, ha raccontato in un libro la drammatica prigionia e la tragica fine (21 aprile 1945) del fratello Giuseppe avvenute in Germania, durante la II guerra mondiale. Fatti e circostanze dei drammatici momenti, vissuti dallo sfortunato caporalmaggiore in un campo di prigionia tedesco, sono stati attinti dal diario che lo sfortunato militare ha vergato nei due anni trascorsi in quell’inferno. Altri particolari, come il tragico decesso del giovane, centrato in pieno petto da una granata, sono stati riferiti al pubblicista da un altro suo fratello, il commerciante Vincenzo.
Il drammatico racconto è riproposto nel libro "FIORI MISTI" e, a sinistra, nell'elenco "Storie e Storielle” sotto il titolo: Diario e morte di un prigioniero.
***L’autore, Demetrio Russo, è coniugato con l’ins. Francesca Diaco, dalla quale ha avuto quattro figli e da questi sei nipoti. A loro la dedica dei libri.





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Il Caporalmaggiore Giuseppe Fazzari