24 - L'ELETTRICISTA BALBUZIENTE E LA SEDIA BASSA



Saranno certamente in tanti coloro che hanno ancora ben nitida nella mente la figura di un artigiano lametino, da alcuni anni passato a miglior vita, noto non soltanto per la competenza e la disponibilità nell’esercizio della propria attività (elettricista), quanto soprattutto per il suo dialetto molto stretto e caratterizzato da marcata balbuzie. Lui, poverino, conscio di questa sua menomazione, si sforzava di ridurre i tempi tra sillaba e sillaba di ogni parola con l’evidente intento di mascherare, o almeno di attenuare, l’increscioso difetto. Da qui molto verosimilmente il soprannome con il quale era conosciuto e identificato da molti suoi concittadini. Per rispetto alla sua memoria e per non toccare la suscettibilità dei parenti, si omette tale soprannome, come pure è doveroso un velo sulle generalità e su altri particolari che potrebbero permetterne l'identificazione. Tuttavia, tanti lametini riusciranno a trarre dal ripostiglio dei ricordi la figura del valente artigiano e proiettarsela davanti agli occhi, ovviamente con tratti non più nitidi, rivivendo così momenti e immagini degli anni che sono da qualche tempo alle spalle.
L’aneddoto, che alcuni ascrivono all’artigiano nicastrese, è davvero curioso, oltremodo simpatico e sicuramente gradito a quei lettori che seguono con interesse la presente rubrica. La storiella, datata alcuni lustri addietro, coinvolge nel cast dei protagonisti, oltre naturalmente al simpatico elettricista indicato col nome di fantasia Pasquale, una nota famiglia di professionisti. Pure su quest’ultima un doveroso riserbo, anche perché a me non risultano - né mi è stato possibile cercarle - prove certe sull’autenticità del curioso aneddoto, riferitomi tempo addietro da un conoscente che di storielle di casa nostra ne conosce un sacco e una sporta. E sarebbero in tanti coloro che del presente aneddoto avrebbero memoria, ricordandone quasi a menadito tempi, nomi e circostanze. Buon per loro. Io, essendo venuto a conoscenza di esso per caso, mi limito a dare spazio e giusto risalto solo al fatto in sé, oltre per i motivi su esposti, anche perché ritenuti ininfluenti cornici, nomi e quant’altro ai fini della sostanza e, quindi, del suo gradimento da parte dei lettori. La scenetta nuda e cruda, priva cioè di tali dettagli, basta e avanza. Essa poggia sostanzialmente su elementi di amenità e di umorismo; cose, queste, che più di tante altre stimolano l’… appetito di chi solitamente è ghiotto di storielle, vere o inventate che siano.
Come dicevo, oltre al nostro simpaticissimo Pasquale, nella curiosa vicenda avrebbero avuto un ruolo, non proprio secondario, due anziani coniugi all’interno della loro abitazione. Secondo le notizie ricevute, il padrone di casa un pomeriggio chiamò l’artigiano perché sistemasse il lampadario della sala da pranzo che, probabilmente per un corto circuito, non funzionava. Armatosi di cacciavite, pinze e nastro isolante, l’elettricista si recò in quell’appartamento per riparare il guasto. Entrato nella stanza, preceduto dal proprietario, diede uno sguardo al lampadario, valutandone l’altezza e il punto in cui presumibilmente si doveva intervenire. Afferrò una sedia e vi salì sopra. Per quanti tentativi facesse, non riuscì a raggiungere il cavetto all'altezza del punto in cui aveva previsto un suo intervento. Rivolto al proprietario chiese se in casa fosse disponibile una scala e, sulla risposta negativa dell'altro, aggiunse con garbo:
’Un ci..i aa..rrì..vu ccu 'sta se..ggia ndùù..vi haa..ju ’ii taa..gghi..àà..ri, truu..vàà..tìmmi aa..ncùù..na coo..sa ppìì..mmu ’aa mii..ntu suu..tta ’ii pìì..aa..di ” (Non arrivo con questa sedia nel punto dove tagliare i fili, datemi almeno qualcosa da mettere sotto i piedi).
In quel momento entrò nella sala da pranzo la moglie del padrone di casa. Senza aver sentito la richiesta formulata dell'elettricista, ma notato che questi era salito con le scarpe su una sedia e l’avrebbe probabilmente sporcata, prese da sopra il ripiano della dispensa una rivista e, porgendola all’artigiano, disse:
Mastru Pasquà, mintìtivi chìsta sutta i pìadi cà sinnò mi spurcàti a seggia” (Maestro Pasquale, mettete questo giornale sotto i piedi per non sporcarmi la sedia). E l’altro, che evidentemente aveva frainteso le intenzioni della donna ritenendo che quella avesse udito quanto da lui chiesto al marito di lei e si era data da fare per esaudirne la richiesta, tra lo sconfortato e l’infastidito replicò:

 O sii..gnò, maa..ncu ccùù chii..sta cciàà 'rrii..vu…!” (Signora, neppure con questa arrivo lì sopra). Demetrio Russo

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Note sull'autore
DEMETRIO RUSSO - Pubblicista, Direttore di Banca in pensione
Tel. 0968.442206 - (rudeme@alice.it)
88046 LAMEZIA TERME
Corrispondente sportivo da Lamezia Terme della “Gazzetta del Sud” di Messina, dal 1958 al 1994. Ha trasmesso servizi a vari quotidiani, in occasione d’importanti manifestazioni ospitate in città e nel circondario, quali: incontri internazionali di pugilato, tornei di basket e di pallavolo, “europei” di biliardo, soste e allenamenti infrasettimanali di squadre di calcio di serie A e B, alla vigilia di rispettivi impegni di campionato. Dal 2005 sul periodico locale “Storicittà” cura una sua rubrica, dal titolo “Personaggi nostrani tra storia e umorismo”, in cui traccia un profilo biografico di quei Lametini del passato, più o meno recente, protagonisti di storielle e aneddoti curiosi. Alcuni anni addietro, su esplicita richiesta dell’imprenditore Domenico Fazzari, ha raccontato in un libro la drammatica prigionia e la tragica fine (21 aprile 1945) del fratello Giuseppe avvenute in Germania, durante la II guerra mondiale. Fatti e circostanze dei drammatici momenti, vissuti dallo sfortunato caporalmaggiore in un campo di prigionia tedesco, sono stati attinti dal diario che lo sfortunato militare ha vergato nei due anni trascorsi in quell’inferno. Altri particolari, come il tragico decesso del giovane, centrato in pieno petto da una granata, sono stati riferiti al pubblicista da un altro suo fratello, il commerciante Vincenzo.
Il drammatico racconto è riproposto nel libro "FIORI MISTI" e, a sinistra, nell'elenco "Storie e Storielle” sotto il titolo: Diario e morte di un prigioniero.
***L’autore, Demetrio Russo, è coniugato con l’ins. Francesca Diaco, dalla quale ha avuto quattro figli e da questi sei nipoti. A loro la dedica dei libri.





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Il Caporalmaggiore Giuseppe Fazzari